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CONFEDILIZIA: SPAZIANI TESTA RIELETTO PRESIDENTE

Il Consiglio direttivo della Confedilizia ha confermato Giorgio Spaziani Testa alla presidenza della Confederazione per il triennio 2024-2026. Il Consiglio ha deliberato anche in merito al Comitato di Presidenza, che sarà composto da Pier Luigi Amerio, Achille Lineo Colombo Clerici, Antonio Coppolino, Dario dal Verme (Tesoriere) Vincenzo Nasini, Paolo Pietrolucci, Prospero Pizzolla, Cesare Rosselli (Presidente del Centro studi), Paolo Scalettaris e Michele Vigne. 

“Sono grato al Consiglio direttivo e alle Associazioni territoriali per la rinnovata fiducia nei miei confronti. Assicuro il mio massimo impegno per tutelare in ogni sede i diritti dei proprietari, ogni giorno a rischio. Le questioni ‘calde’ sono tante: dalla direttiva ‘case green’ alla riforma fiscale, dagli affitti brevi, al ‘piano casa’, passando dalla gestione del post superbonus. La Confedilizia le affronterà come ha sempre fatto: da associazione libera, di tradizione, forte delle sue idee, dei suoi valori e della sua base associativa estesa in tutta Italia”.  TALPRESS 16:24 10-04-24

CONFEDILIZIA: GASPARRI "CONGRATULAZIONI A SPAZIANI TESTA PER RIELEZIONE" ROMA

"Congratulazioni a Giorgio Spaziani Testa per la sua rielezione a presidente di Confedilizia. Sono certo che con la sua guida esperta saprà continuare a difendere gli interessi del settore, affrontando i tanti dossier sul tavolo con la serietà e la competenza che tutti gli riconosciamo. Con Confedilizia abbiamo condotto battaglie importanti a difesa della casa degli italiani, come quella contro la folle direttiva europea sulle case green. Continueremo a farlo, nella consapevolezza che la casa è il frutto dei sacrifici di una vita e non si tocca. A Spaziani Testa e a Confedilizia vanno i migliori auguri di buon lavoro". Così il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri. Roma, 10 aprile 2024

 

Salvini: “il salva-case non e’ un condono”

8 Aprile 2024 

Non è per sanare gli abusi ma per eliminare l'ostacolo burocrazia". Decreto da varare entro aprile

Il decreto salva-casa «non è un condono, perché riguarda difformità interne». È quanto ha ribadito ieri il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ai microfoni di Rtl 102.5. «Queste proposte su cui stiamo lavorando le abbiamo elaborate con gli ingegneri, con gli architetti, con i notai, con gli agenti immobiliari, con i sindacati», ha ricordato aggiungendo che «riguardano tutto quello che è dentro le abitazioni, ovviamente non c'è nessun premio per chi ha la villa abusiva in zona sismica o in riva al fiume». Una chiara risposta alle critiche del segretario generale Cgil, Maurizio Landini. «Se non va bene a Landini, vuol dire che va bene agli italiani», ha tagliato corto. Il ministro ha specificato che si tratta di «difformità interne che spesso bloccano la vendita o l'acquisto di una casa, come una piantina difforme o una finestra posizionata male, che riguardano, secondo le stime degli ingegneri, quasi l'80% delle case degli italiani normalissimi, quindi non la villa in Sardegna». Anziché abbattere, è il ragionamento, si va in Comune, si paga ciò che si deve e si torna a poter vendere e acquistare, «dal momento che si tratta di questioni interne che non creano problemi urbanistici o ambientali». Secondo quanto trapelato finora, il decreto dovrebbe aumentare la soglia di tolleranza alle variazioni di una costruzione. Dall'attuale 2% (2 centimetri in eccesso per ogni metro), si passerebbe al 5%, soprattutto per gli immobili costruiti prima del 1985 (cioè prima della legge sulla casa). Il tetto di tolleranza dovrebbe poi essere inversamente proporzionale alla dimensione dell'abitazione: più è piccola e più si alza. Si potranno sanare solo modifiche interne alla casa come le nicchie nei muri, oppure i tramezzi, lo spostamento di una finestra. Anche i soppalchi, per cui serve attualmente l'autorizzazione del Comune perché si aumenta la superficie calpestabile, potranno essere messi in regola. Attualmente per sanare interventi realizzati senza permessi o in difformità, è necessaria una doppia conformità sia alle regole dell'anno di costruzione che a quelle dell'anno nel quale viene chiesta la sanatoria. Questa situazione blocca migliaia di pratiche nei comuni. Lo scopo è far sì che sia sufficiente la conformità in uno dei due momenti senza costringere il proprietario a demolire e ricostruire per mettersi in regola. Per le case realizzate negli anni '60 lo stato di fatto dell'immobile potrebbe coincidere con lo stato legittimo, sanando così tutte le piccole irregolarità, escluso il condono di eventuali abusi. Possibile, infine, autorizzare i cambi di destinazione d'uso degli immobili tra categorie omogenee (residenziale, produttiva, commerciale e agricola).